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Requiem For A Dream

43_bigEstate.. Autunno.. Inverno.. Primavera?
Requiem for a dream: eterno riposo di sogni infranti.
Quattro esistenze, semi-esistenti, dissolte da uno slancio di vita fallito.
Tentativi unilateralmente malati, in cui le soluzioni divengono ossessioni e le ossessioni finiscono con lo sconfiggere i buoni propositi e celebrare la morte di tutte le aspettative.
Ecco che allora si assiste alla propagazione ormai incontrollata di miasmi fatali. Anche i più piccoli, primordiali germi di felicità, finiscono per schiantarsi contro il muro della fuga dalla realtà.
La comprensione del mondo è una forma di utopia e l’autodistruzione pare essere l’unica via d’accesso: “È un motivo per alzarsi al mattino. È un motivo per sorridere, per pensare che il domani sarà bello. Che cos’altro ho?”  surly_requiem-for-a-dream
Le scelte cinematografiche persuadono lo spettatore (anche noi, in qualche modo, siamo vittime dell’elettroshock di Sara), l’abuso di suoni frenetici, riprese claustrofobiche, montaggi convulsi, split screen e time lapse generano una catarsi-al-contrario, una liturgia (il Requiem) che termina con un posa sacrale, di falsa speranza: la posizione fetale comune ai quattro protagonisti..  requiem-for-a-dream_480_poster
..ora, è inverno: possiamo percepire solo un freddo brutale (che taglia arti e vìola corpi).
Da una parte, due letti d’ospedale, quello di una madre ormai alienata e di un figlio mutilato dalle sue scelte, dall’altra, due letti altrettanto malati, sporchi di dolore e fatica.
Quattro anime sole, devastate, ancora in lotta tra la loro disperazione (di Harry e Tyrone) e il loro triste compiacimento (di Marion e Sara)
..ma non c’è rinascita.. o meglio, non lo sappiamo e non lo sapremo mai
..e, per ora(?), la messa è finita.

Voto: 90%

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– Estro tecnico
– Colonna sonora

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– C’è forse un protagonista di troppo, Tyrone (..o c’è troppo poco di lui)

Sonia Colavita|