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Il labirinto del fauno

“Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo, dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani. Sognava il cielo azzurro, la brezza lieve e la lucentezza del sole. Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. La principessa dimenticò chi fosse e da dove provenisse. Il suo corpo patì il freddo, la malattia, il dolore, e dopo qualche anno morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l’anima della principessa avrebbe, un giorno, fatto ritorno, magari in un altro corpo, in un altro luogo, in un altro tempo. L’avrebbe aspettata, fino al suo ultimo respiro. Fino a che il mondo non avesse smesso di girare.”

Diciamolo subito: la grandezza di questo film sta nella sua storia, nella leggerezza con la quale è narrata, nella capacità di far riflettere meravigliando ed incantando ad ogni passo e ad ogni personaggio immaginario che ci si presenta davanti.E’ una storia che cammina su Il Labirinto del Fauno [1]un filo sottile tra realtà ed immaginazione, dove non si comprende bene se cio che accade si svolga realmente in un mondo parallelo o sia semplicemente l’immaginazione di una bambina scossa dagli orrori della guerra e dall’oppressione della madre.Fin da subito si viene catapultati nella realtà immaginaria, in perfetta fusione col mondo reale; e cosi, tra richiami mitologici e riferimenti biblici, il film vola verso la sua inevitabile ed annunciata fine, dove tutto ha un compimento concreto, che sia fisico o immaginario (poco importa!!!).

Un particolare cenno va fattoIl Labirinto del Fauno [1] alla seconda prova di Ofelia, con la ricostruzione di un ambiente straordinario e profondamente mitologico, con riferimenti al mito di Demetra e Persefone, ma anche più banalmente ad Adamo ed Eva. Ofelia non resiste nel mangiare due chicchi d’uva, attratta da chissà quale voglia, quando le era stato espressamente detto di non toccare quel cibo. E’ un trucco, un inganno, una provocazione diabolica cosi come il fauno stesso, consapevole del fatto che Ofelia trasgredirà le regole, inscenando la fine del percorso per poi concederle una seconda possibilità,  ottenendo ancora più potere sulla bambina.

Guillermo Del Toro dirige la pellicola con estrema intellingenza, restando coerente con la leggerezza della fiaba, seppur crudele e a volte molto violenta. Poche carrellate, molti primi piani, per far capire esattamente quando si passa dal mondo reale a quello immaginario/fantastico. Il gioco di luci è strabiliante, cosi come il trucco sui mostri, veramente impressionante.

Una piccola grande perla del cinema spagnolo, consigliata a tutti, per quasi due ore di spensieratezza e sensazioni incantevoli di fronte ad un’opera che lascerà certamente il segno nel cinema fantasy…

“…E si dice che la principessa discese nel regno paterno e che lì regnò con giustizia e benevolenza per molti secoli, che fu amata dai suoi sudditi e che lasciò dietro di se delle piccole traccie del suo passaggio sulla terra, visibili solo agli occhi di chi sa guardare”.

Voto: 93%

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Una perla assoluta del cinema fantasy

Sensazionale rappresentazione degli scenari immaginari e dei mostri

Nonostante il tono fantasy, la sceneggiatura rimane semplice e lineare, con tratti di pura genialità attraverso un’equilibrata dose di riferimenti

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Forse un po’ corto nella parte finale

Stefano Cherubini