Diciamolo subito: non stiamo parlando di un corto straordinario, che rimarrà nella storia del cinema; e probabilmente non sarà un trampolino di lancio per il futuro del regista. E allora vi chiederete: per quale motivo ce ne stai parlando? Innanzitutto per la straordinaria qualità dell’opera in rapporto al budget ristretto a disposizione (27000 dollari); in secondo luogo, il corto pone domande (purtroppo senza risposta) che mai nessuna opera cinematografica si era posta in precedenza.
Ma partiamo dal lato tecnico: il corto è discretamente godibile, l’ambiente notturno e la nebbia aiutano a mascherare l’evidente scarsità di mezzi necessari. Laddove la nebbia e l’oscurità non bastano, per esempio durante le scene d’azione, delle riprese appositamente un po’ confusionarie riescono a rendere il tutto almeno visibile. La storia è semplice e lineare. Il Joker, appena scappato da Arkham, concentra nuovamente tutte le forze di Batman nel riprenderlo, facendo partire una caccia all’uomo che vede anche la comparsa di Mr. Scarface (tra l’altro il personaggio maggiormente riuscito all’interno del corto). Il Joker, nella fuga, rapisce il figlio di un senatore, uccidendone il padre. E qui i primi segni di cedimento del nostro eroe, che comincia a domandarsi qual’è il motivo di questa violenza ripetuta da parte di un personaggio che ha arrestato più e più volte. Ma è solo quando alla fine della corsa il bambino rapito ferisce a morte Joker che Batman si pone una domanda enorme, forse irrisolvibile: per quale motivo, durante tutti questi anni, non ha mai trovato il coraggio di uccidere un criminale di tale portata, ben consapevole che il suo ingegno gli avrebbe permesso di fuggire da Arkham? Ha preferito mantenere la sua integrità piuttosto che evitare la fine di altre vite innocenti, oppure appartiene alla stessa natura del Joker?
Questo rappresenta, forse, uno dei più grandi interrogativi all’interno della storia dell’uomo pipistrello. Interrogativo mai realmente affrontato da opere antecedenti (almeno a livello cinematografico) e nel quale risiede tutto il fascino e il mistero di un personaggio straordinario. L’ossessione con la quale Batman persegue la sua legge morale è talmente estrema da far credere che sia egli stesso il primo a goderne; una legge morale, quindi, intenta a soddisfare i suoi bisogni, che gli permetta di tornare a dare la caccia a criminali senza alcuna moralità semplicemente per dimostrare di essere il migliore, e per tenere in pugno una città che gli ha tolto tutto, amore e speranza su tutti. Certamente questa è solo un’interpretazione, ma la dice lunga sul fascino di questo universo oscuro che avvolge un personaggio davvero irraggiungibile nel mondo dei supereroi e che ad anni ed anni di distanza dalla sua nascita non perde davvero un colpo.
Voto: 67%
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Rapporto qualità prezzo elevatissimo
L’attore che interpreta Batman è più credibile di George Clooney (e sicuramente di Ben Affleck)
Pone domande inedite ed affascinanti…
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…purtroppo si limita ad una breve riflessione nel finale
il costume di Batman grida vendetta
Stefano Cherubini