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Il Sorpasso

“A me Modugno mi piace sempre, questo “Uomo in frac” me fa impazzi’, perché pare ‘na cosa de niente e invece c’è tutto: la solitudine, l’incomunicabilità, poi quell’altra cosa, quella che va di moda oggi… la… l’alienazione, come nei film di Antonioni. Hai visto “L’eclisse”? Io c’ho dormito, ‘na bella pennichella”…uno spaccato di vita che viaggia nell’immensità dei meandri romani, che racchiude la grandezza del cinema italiano in appena 108 minuti di Leggerezza, Immaginazione, Solitudine, Rassegnazione e Malinconica Dispersione in un mondo che ha cessato di esistere. In altre parole: un Capolavoro.

A 51 anni di distanza, è sorprendente come il peso del tempo sia scivolato via senza fare il ben che minimo rumore, togliendo il disturbo rimanendo nell’anonimato, anzi, arricchendo e completando, attraverso la sua cornice, una pellicola d’altri tempi, Fresca ed Originale, Nuda e Cruda, Veritiera dal primo all’ultimo ciak. Dino Risi incanta, Gassman polverizza lo schermo, come sembrasse un oggetto inutile nell’interazione tra il pubblico ed il film. Sembra davvero di essere a bordo di quella mitica Aurelia B24. Del resto, chiunque di noi lo abbia visto, non può certo negare di essersi immedesimato (almeno per cinque minuti?) in quel Bruno Cortona che ci ha ammaliato fin dal primo istante. La potenza scenografica di Gassman rende ancor più straordinaria la visione registica di Risi, che non perisce sotto i colpi dell’iper talentuoso attore romano, ma al contrario si esalta, in un estasi [ecstasy] filmica a dir poco Imponente [Allucinante]…e citando Leandro Castellani, il film è letteralmente “invaso da un Vittorio Gassman eccessivo, come sempre…“.

Personalmente faccio fatica a considerare Il Sorpasso un esponente della Commedia all’Italiana. Certamente, ne presenta tutti gli ingredienti, ma la sua diversità così come la sua modernità ne danno un taglio decisamente differente e classista: oserei definirla una Commedia Psicologica. La profondità dei rapporti umani intrapresa in questo viaggio è semplicemente incredibile, specialmente se rapportata a ciò che si conosce sulla vita dei personaggi stessi; praticamente nulla. Continui rapporti contrapposti, ossimori tanto caratteriali quanto scenografici vanno a convergere in un unico grande sentiero: quel minuto finale che incanta, che lascia stupefatti ed impietriti di fronte ad un’opera di così alto valore…è una vera e propria consacrazione cinematografica, che impone al mondo intero la grandezza della nostra Arte di fare Cinema, spesso fin troppo dimenticata da tutti, ma soprattutto da Noi Stessi…

Voto: 97%

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Capolavoro assoluto, anche a mezzo secolo di distanza

Una delle migliori interpretazioni di Gassman

Perfetto equilibrio tra dramma e commedia

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Stefano Cherubini