Il Lato Positivo

Qualcosa è cambiato. Qualcosa sembra davvero essere cambiato nella maniera in cui il pubblico percepisce una commedia, o semplicemente il significato semantico del termine…che poi ci sarebbe da aprire un dibattito (o un blog a parte?) sul significato della commedia nel grande schermo. Non basterebbero recensioni, articoli, tesi o dibattiti per chiarire veramente cosa si intenda o cosa ci si aspetti veramente da un’opera che rientri in questo genere. Abbiamo osservato da spettatori impotenti, con grande malinconia,  lo svilimento e l’impoverimento della commedia all’Italiana, diventata oggi nulla più che una chiacchiera da bar o un passatempo per inetti di qualsivoglia genere. Ma se nel panorama italiano la crisi cinematografica può essere dovuta soprattutto alla progressiva diminuzione dell’importanza che si è data al cinema con il passare tempo, a mio avviso del tutto inspiegabile, resta quasi sorprendente il senso di vuoto che ha attraversato Hollywood in questi anni. Pellicole fugaci, scialbe, inutili ed oserei anche offensive (salvo rarissime eccezioni che hanno mantenuto perlomeno una certa dignità) hanno attraversato i nostri schermi per quasi quindici anni, arrivando a farci credere che fosse un genere disimpegnato o che forse, in fin dei conti, lo era sempre stato.

…E poi, improvvisamente ti ritrovi davanti, inaspettatamente, Il Lato Positivo…e ti ritrovi quasi frastornato, perdendo le tue certezze, pensando che forse non è tutto perduto. Comprendi immediatamente che Robert De Niro non è quello che negli ultimi 10 anni ha rovinato la sua carriera con scelte decisamente poco felici e a dir poco drammaticamente ridicole, finendo spesso in “Commedie(?)” che lo rendevano alquanto goffo ed impacciato in maniera quasi imbarazzante. Capisci che la leggerezza e la fluidità di un film non devono necessariamente sfociare in scontatezza e fragilità. Ti rendi conto che anche nella linearità di vite semplici ne può nascere qualcosa di piacevolmente sorprendente a tal punto non solo di strapparti dei grandi sorrisi, ma anche di tirarti fuori emozioni di piacevolezza in un finale scritto fin dall’inizio. La potenza dell’evento è proprio questa: sapere fin dapprincipio come andrà a finire, ma guardarlo con immenso piacere e desiderando [con sorprendente ammirazione (di te stesso?)] che il finale sia proprio quello…e lo si fa gustandosi ogni scena, diretta davvero con un senso del ritmo superbo.

Una nota di merito va decisamente alla splendida colonna sonora di Danny Elfman, che aggiunge una ricchezza davvero NON banale all’opera…in tutti i casi il film va visto. Non resterà senz’altro negli archivi dei capolavori assoluti del cinema americano, ma rimane pur sempre uno splendido e fulgido esempio della potenza espressiva di una piacevole commedia sul grande schermo. Che dire: l’ultima volta che ho provato simili emozioni dopo aver visto una commedia hollywodiana era stato nel lontano 1997, quando Jack Nicholson ed Helen Hunt, diretti da James L.Brooks, ci incantarono nello splendido Qualcosa è Cambiato…speriamo solamente che non debbano passare altri sedici e lunghi anni.

Voto: 77%

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Commedia frizzante, come non se ne vedevano da tempo

Ottimo cast

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Siamo ancora lontani dai fasti del passato

Stefano Cherubini


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